Quando scatto fotografie ai neonati, lo faccio sempre dopo la loro poppata. L’allattamento, a richiesta o a orario, al seno o artificiale, è infatti un ottimo modo per calmare il piccolino rispondendo a uno dei suoi bisogni primari: quello di essere nutrito.
In tutti questi anni come fotografa di famiglia ho quindi potuto osservare molto spesso questa dolce operazione. Ho parlato con tante mamme e non solo: mi sono infatti confrontata con esperti con cui ho approfondito diverse tematiche legate alla maternità.
Oggi voglio proprio parlare di allattamento a richiesta, perché è capitato di frequente che le “mie” mamme affrontassero l’argomento nelle pause fra una sessione fotografica e l’altra. Allattare a richiesta o a orari fissi? Come capire che è arrivata l’ora della poppata? Come regolarizzare l’allattamento a richiesta e fino a quando andare avanti? Cerchiamo di dare risposta alle principali domande in merito!
Quando si parla di pratiche di cura del neonato, che si tratti di nanna, allattamento o svezzamento, ci sono sempre pareri contrastanti che rischiano di confondere le neomamme.
Il primo consiglio che mi sento di darti è quello di rivolgerti al pediatra o a un’ostetrica per dissipare i tuoi eventuali dubbi. Sappi però che esistono delle linee guida universalmente riconosciute che possono aiutarti a indirizzare le tue scelte.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) suggerisce infatti di nutrire il tuo bimbo con allattamento esclusivo fino ai 6 mesi di età, possibilmente al seno. Il latte materno è infatti un alimento completo, che gli fornisce tutti i nutrienti di cui ha bisogno e che risulta perfettamente digeribile.
Appurato questo, la seconda questione è: meglio optare per l’allattamento a richiesta o per quello a orari fissi? Sempre secondo l’OMS l’ideale è proprio allattare a richiesta, cercando di assecondare i bisogni del neonato. Questo significa poppate molto frequenti, soprattutto all’inizio, e necessità di “prendere il ritmo” con il proprio bambino. Ma significa anche che in questo modo tu produrrai una maggiore quantità di latte e che quello sarà più grasso e sostanzioso per il tuo piccolino.
Ma come capire che è ora di allattare?
Partendo dal presupposto che non c’è pericolo di allattare “troppo”, come alcune credenze popolari sostengono, è vero che per un allattamento a richiesta corretto bisogna imparare a leggere i segnali che il bimbo invia.
Ecco come tuo figlio ti dice che ha fame, quando è ancora un neonato:
Cerca di non farlo arrivare al pianto, che è il segnale estremo di fame, perché a quel punto sarà più difficile attaccarlo al seno.
Dicevamo poco fa che una delle caratteristiche di questo tipo di allattamento, molto naturale, è la necessità di acquisire un ritmo col proprio bimbo. Tutto si basa sulla conoscenza delle sue esigenze e sulla lettura dei segnali – proprio quelli elencati poco fa.
All’inizio ti sembrerà che abbia sempre fame, e magari ti ritroverai a doverlo attaccare al seno ogni ora. La stessa cosa potrebbe accadere durante i cosiddetti “scatti di crescita” che, come indica il termine stesso, portano il neonato a crescere molto all’interno di un brevissimo periodo di tempo (1-2 giorni). Al di là di questi momenti – che si verificano circa a 3 settimane, 6 settimane e 3 mesi – non devi fare gran che per regolarizzare l’allattamento a richiesta.
Se ci pensi, sarebbe un controsenso: pianificarlo significherebbe farlo diventare un allattamento a orari fissi! Tutto ciò che ti serve è un po’ di pazienza e di tempo. Tu e tuo figlio prenderete il ritmo in maniera naturale e, dopo un paio di mesi, la frequenza delle poppate si assesterà in autonomia.
E, se ti stai domandando fino a quando continuare con l’allattamento a richiesta, la risposta si trova sempre tra le parole dell’OMS. Come scritto poco fa, l’Organizzazione Mondiale della Salute suggerisce di allattare a richiesta in modo esclusivo – ovvero con solo latte materno – fino ai 6 mesi di età.
Ma non finisce lì: il bello dell’allattamento a richiesta è che può durare fin quando mamma e bimbo lo desiderano. Anche in seguito allo svezzamento e all’integrazione con cibi solidi, infatti, niente ti vieta di far attaccare al seno tuo figlio fino ai due anni o anche oltre. Tutto dipende da voi!
Come ti dicevo all’inizio di questo articolo, il motivo per cui mi sono interessata all’argomento è proprio relativo al legame tra allattamento a richiesta e sonno. In occasione dei servizi fotografici newborn che realizzo nel mio studio, infatti, suggerisco sempre alle mamme di far poppare il piccolo prima. Così facendo lui si tranquillizza e quasi sempre si assopisce beato, a pancia piena.
Nelle prime settimane di vita, infatti, è molto comune che il bambino si addormenti mentre viene allattato. Lo sanno bene quelle mamme che usano il seno proprio come “calmante”, per conciliare il sonno di quei bimbi che faticano a rilassarsi. A tal proposito, se sei fra loro, per non far sì che il piccolo associ la poppata alla nanna in maniera scorretta potresti provare a usare i la musica per neonati e i rumori bianchi.
Allattare a richiesta, nei primi mesi, può avere un impatto anche sul sonno della mamma. Svegliarsi ogni paio d’ore per dare la poppata può non essere piacevolissimo, ma non temere: anche questo, dopo un primo periodo di assestamento, migliorerà. Settimana dopo settimana il bimbo acquisirà un ritmo sonno-veglia più simile a quello dei “grandi”, arrivando a dormire diverse ore di seguito durante la notte. Con buona pace dei neogenitori!
Se desideri approfondire non solo l’allattamento a richiesta ma più in generale quello al seno, ti suggerisco di leggere l’opuscolo dell’OMS dedicato all’argomento.
Per quanto mi riguarda, posso dirti che se mi sceglierai come fotografa newborn rispetterò con discrezione ed empatia quel momento di condivisione fra voi, tenero e fondamentale sotto moltissimi punti di vista. Contattami compilando il modulo sottostante per prendere un appuntamento per te e il tuo piccolino.